Vari studi rivelano che il numero di incidenti stradali che coinvolgono motociclette, bici e altri veicoli a due ruote è relativamente alto rispetto alla totalità degli incidenti. Le motivazioni date per spiegare questo fenomeno sono spesso ovvie e basate sul fatto che un veicolo a due ruote è meno stabile di uno a quattro ruote. Che i passeggeri di una moto o bici coinvolte in un incidente stradale con un’auto corrano rischi più alti che i passeggeri dell’auto pare ovvio, ma ciò non spiega perché gli incidenti tra auto e moto siano relativamente più numerosi che tra auto e auto. In uno studio australiano è stato mostrato a sessanta adulti che avevano la patente di guida un filmato di un’auto che viaggiava lungo una strada trafficata. I candidati dovevano segnare i vari pericoli del percorso (bambini che attraversavano la strada, cani liberi lungo il bordo della strada ecc.) sbarrando delle caselle su un foglio apposito. Il filmato è poi stato mostrato una seconda volta agli stessi candidati e anche questa volta bisognava segnalare i pericoli del tragitto, ma a differenza del primo filmato questa volta c’erano un taxi che procedeva lentamente e che andava superato e poco dopo una moto anch’essa da superare. Il taxi è stato ‘sbarrato’ da quasi tutti i candidati mentre la moto solo dalla metà di essi. Gli psicologi parlano di cecità da mancata attenzione per descrivere un fenomeno dove ‘non vediamo’ oggetti o cose che sono molto ben in evidenza. In situazioni dove bisogna rispondere a un enorme quantità di dati sensoriali (visivi, uditivi, tattili), il cervello decide di filtrare quelli meno importanti e purtroppo a volte sbaglia. Infatti, la spiegazione data da molti guidatori di auto coinvolti in incidenti con moto o bici, nei casi in cui hanno colpa, è: “non l’ho proprio visto”.