Pare che la nostra ‘sorpresa’ di fronte a qualcosa di inatteso ha conseguenze che sono, appunto, piuttosto sorprendenti. La ‘sorpresa’ è una risposta emotiva, ma anche qualcosa che abbassa le nostre difese mentali e che ci spinge a studiare o esplorare la cosa sorprendente; siamo poi portati a raccontare alle persone attorno a noi di questa cosa sorprendente, e questi poi ne parlano ai loro amici. La ‘sorpresa’ diventa così un mezzo per influenzare le persone e creare legami. Infatti, la vera sorpresa è vissuta soltanto dalla persona all’inizio della catena; le altre persone vengono sorprese dal racconto della cosa sorprendente di chi li precede nella catena di informazione. La ‘sorpresa’ genera quindi per ‘sentito dire’ effetti collettivi sulla cultura del luogo. Per la facilità con cui ora si può mandare messaggi a chiunque, l’effetto sorpresa sta ora diventando una scienza. Si potrebbe pensare che produrre l’effetto sorpresa a tavolino, per definizione spenga la sorpresa stessa in quanto la sorpresa, per essere tale, deve essere imprevedibile e inattesa e tutt’altro che calcolata. Invece no, la sorpresa per essere tale deve sfidarci e la spiegazione deve sfuggirci. Il mago che per dieci volte di seguito indovina la carta che abbiamo estratto dal mazzo continua a creare sorpresa anche se oramai paradossalmente sappiamo che la indovinerà e saremmo sorpresi non la indovinasse più. L’aspetto interessante di questa nuova scienza è che parte da una osservazione fatta su bambini molto piccoli che ridono e si divertono perché sorpresi quando un adulto nasconde la faccia dietro un ostacolo per poi improvvisamente ricomparire. Il bambino è divertito perché dopo la scomparsa gli sfugge la spiegazione della ricomparsa della faccia. La scienza della sorpresa è ora molto attiva nella pubblicità commerciale per scoprire come ‘interrompere inspiegabilmente’ i nostri flussi logici di pensiero e creare una sorpresa. Una volta captata l’attenzione e abbassata la nostra difesa, vengono date rapidamente delle informazioni di interesse commerciale che non solo noi accettiamo poiché sotto effetto sorpresa, ma trasmettiamo ai nostri amici usando l’effetto sorpresa come veicolo.