Dal punto di vista genetico due incontri assolutamente casuali formano la nostra personalità. Il primo è costituito dagli eventi che hanno portato mamma e papà a incontrarsi. Il secondo è l’incontro di un particolare spermatozoo con un particolare uovo, ognuno dei quali ha una raccolta casuale di metà del genoma di ogni genitore. Le interazioni delle miscele dei due patrimoni genetici influenzano enormemente la nostra personalità; in particolare, danno luogo a circuiti cerebrali che sono programmati per raccogliere esperienze dal mondo sociale e fisico che ci circonda. Ma anche qui, il mondo culturale, religioso, sociale, economico, geografico e stagionale in cui nasciamo è un giro di roulette; inoltre, il tipo e numero di fratelli/sorelle, insegnanti e compagni con cui viviamo ore e ore al giorno sono decisi dal caso. I nostri circuiti cerebrali che aspettano di essere programmati da questi ambienti e situazioni così diversi dovranno svegliarsi/addormentarsi in momenti specifici, chiamati periodi critici, del nostro sviluppo. Per esempio, impariamo l’intonazione e l’accento della lingua madre in un periodo specifico delle vita, oppure preferiamo stare in compagnia degli amici piuttosto che dei genitori nell’età adolescenziale e non quando abbiamo due anni. E’ chiaro che il numero di eventi casuali genetici e ambientali a cui siamo esposti è enorme e che i periodi critici non li decidiamo noi. Quindi, quando pensiamo alla personalità particolare di qualcuno che conosciamo è bene avere molta comprensione e compassione e pensare al ruolo giocato dal caso nella formazione di questa personalità.