Ogni giorno le formiche Matabele corrono il rischio di venire ferite in combattimento. Da due a quattro volte al giorno lasciano i loro nidi, procedendo in lunghe colonne di circa cinquecento formiche per fare incursioni su termiti nei loro termitai. Seguono battaglie terribili e le termiti uccise vengono portate dalle formiche ai nidi di partenza per essere mangiate. Nonostante queste formiche siano molto grandi, le termiti spesso infliggono loro, con le loro potentissime mandibole, danni gravi, principalmente tranciandone gli arti. Una formica ferita allora secerne una sostanza chimica che richiama i compagni. Le formiche che arrivano in soccorso caricano la formica ferita e la riportano ‘a casa’ dove viene curata da formiche infermiere che curano le ferite cospargendole di saliva battericida e una sostanza fungicida per bloccare le infezioni. Nella pace di casa la formica ferita va in riabilitazione per tre o quattro giorni dove impara a camminare con una, due o tre gambe in meno; dopo una settimana è pronta per partecipare a nuove incursioni. Le formiche troppo gravemente ferite vengono invece lasciate sul campo di battaglia a morire. Come si fa a decidere chi va salvato e chi abbandonato? E’ il ferito stesso che decide. Se troppo grave, con le rimanenti forze si dimena e scalcia impedendo ai soccorritori di intervenire; se lievemente ferito rimane fermo e rannicchiato così da facilitare il loro lavoro. Se per qualche motivo la formica si ferisce, anche lievemente, mentre la colonna sta procedendo verso il termitaio non viene soccorsa in quanto vorrebbe dire che un compagno formica deve lasciare il gruppo per riportare il ferito a casa, ma questo esporrebbe entrambi, oramai soli, al rischio di venire ammazzati da predatori. Si potrebbe portare il ferito al termitaio e poi riportarlo a casa a fine battaglia, ma ciò significherebbe che tutta la colonna deve viaggiare a velocità ridotta, così rinunciando all’effetto sorpresa sulle termiti, oppure che i due (ferito e soccorritore) siano anche in questo caso isolati. Comunque vada, è sempre il ferito che decide, in nome del bene generale, se farsi soccorrere oppure no. I soccorritori invece aiutano chiunque secerni la sostanza chimica, anche una formica non ferita sulla quale sia stata applicata sperimentalmente la sostanza chimica. Nel caso delle formiche, l’ultimo a decidere è il singolo e questo si impegna a prendere decisioni che siano innanzitutto nell’interesse della collettività.