SE VI BECCO A COPIARE ANNULLO IL COMPITO

SE VI BECCO A COPIARE ANNULLO IL COMPITO

Vi sono cose che sappiamo fare da soli, cose che facciamo solo dopo che qualcuno ci insegna a farle e cose che non riusciamo a fare neppure se assistiti. La ‘zona di potenziale apprendimento’ è quello spazio che si trova tra quello che sappiamo fare solo se aiutati e quello che è sopra le nostre possibilità anche se aiutati. Il concetto è importante per tre motivi. Primo, le abilità/capacità di una persona non sono valutate in funzione di quello che sa, o sa fare, ma in funzione di quello che sarebbe in grado di fare con l’insegnamento; secondo, dice che la ‘conoscenza’ è il risultato di un processo dinamico, in costante evoluzione, dove l’insegnante continuamente ‘smantella ponteggi non più necessari’ dal lato interno della zona di potenziale apprendimento per ricostruirli sul lato che confina con ciò che, per ora, non riusciamo a fare anche se aiutati; terzo, dice che l’insegnamento basato sul dare istruzioni/nozioni non serve a nulla. Il primo punto porta a concludere che le prove che studenti devono spesso sostenere per potere accedere a corsi di varia natura (per esempio universitari), sono di limitato valore perché basati su quello che uno studente sa, e non su quello che lo studente potrebbe fare con un insegnante: sono test rivolti al passato e non al futuro. La frase “vediamo cosa sai fare da solo” contiene un concetto errato; quello che interessa è: vediamo cosa sai fare se ti aiuto. La questione cruciale riguarda proprio il tipo di aiuto e questo è l’argomento del secondo punto. L’aiuto può essere dato da altri compagni dello studente, sia nella parte insegnamento che all’ esame (ovviamente non ‘passando’ il compito con la scusa di andare in bagno!). Le potenzialità del gruppo sono molto superiori a quelle dell’individuo singolo e anche alla somma dei singoli. Un insegnante/esaminatore capace, che non si limiti solo a ‘correggere’ il compito, saprà valutare il contributo dei singoli in un contesto di collaborazione; è proprio questa valutazione che è importante. La bravura dell’insegnante starà nel dare degli esercizi che probabilmente nessuno degli studenti è capace di risolvere da solo, ma che invece il gruppo, con la partecipazione di tutti, riuscirà a risolvere. In un contesto simile studenti, insegnante, esame e lezione, invece di essere quattro gabbie che vanno avanti a scrolloni, si fondono in un’unica cosa che sta evolvendo. Il processo è simile a quello che funziona così bene nei primi anni di vita quando impariamo a parlare la lingua del posto con l’aiuto di fratelli/sorelle e amici dell’asilo, senza che genitori o maestri d’asilo facciano esami. Ognuno di noi, in ogni momento della vita, se punta o viene puntato nella zona di potenziale apprendimento, è insegnante o allievo.

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