Immaginate di camminare lungo una via affollata. Incrociate migliaia di persone, ma notate solo alcune facce mentre le tante altre vengono ignorate. Come fa il vostro cervello a decidere quali facce notare e quali trascurare? In realtà, nessuna faccia viene trascurata del tutto, ma in frazioni di secondo il cervello sceglie a livello subconscio quelle che segnalano potere, dominanza, minaccia e affidabilità e le porta a livello conscio. Particolari motivazioni personali possono modificare le priorità per passare dal livello subconscio a quello conscio. Per esempio, persone che vivono un rapporto sentimentale soddisfacente con un partner non portano a livello conscio le facce di potenziali partner sconosciuti, mentre coloro che sono disponibili a nuovi rapporti sentimentali lo fanno in frazioni di secondo. Madri con bambini piccoli nella folla, selezionano facce minacciose da portare a livello coscio per poterle scrupolosamente evitare. Con tecniche di risonanza magnetica, abbinate allo studio del flusso di sangue nel cervello, si riesce a documentare con precisione le zone del cervello coinvolte nella trasformazione di questi stimoli subconsci in stimoli consci. Si sta ora studiando come trattare certi disturbi del comportamento (autismo oppure timidezza eccessiva), inibendo oppure attivando il meccanismo con cui le immagini di facce passano dal livello subconscio a quello conscio. Il processo funziona anche all’inverso. Cioè, si parte dall’attività elettrica di zone del cervello per risalire all’ immagine che l’ha generata. Si pensa che queste tecniche avranno delle applicazioni non solo nella cura di disturbi del comportamento, ma anche in Medicina Legale dove si potrà ricostruire l’immagine della faccia di un criminale studiando l’attività elettrica del cervello di un testimone.