UN PO DI SFIGA SERVE

UN PO DI SFIGA SERVE

In natura la biodiversità garantisce che la risposta a eventuali fattori ambientali sia varia. Se esistesse un unico tipo di albero, per esempio le palme, la prima volta che la temperatura scende sotto zero sparirebbero tutte le palme e quindi non ci sarebbero più alberi. Invece, grazie alla biodiversità esistono molti tipi di albero, ognuno con le sue vulnerabilità e punti forti; quindi se scende la temperatura muoiono solo le palme ma non tutti gli alberi. La biodiversità funziona come una assicurazione che impedisce che tutte le uova si trovino in un unico paniere. In risposta a qualche avversità non proprio gravissima ci saranno sempre alcune uova che si salvano, e di lì si riparte. Si incomincia a pensare che la mente umana funzioni secondo questo principio. Esperienze emotive come gioia, tristezza, paura, amore, senso di colpa, ammirazione sarebbero tutte componenti di un ecosistema emotivo umano. Queste emozioni non sono buone o cattive, così come i panda non sono buoni o i serpenti cattivi. Una grande diversità emotiva garantirebbe una risposta adeguata alla varietà di stimoli ambientali a cui siamo esposti. Il problema è che attribuiamo grande (forse troppa) importanza a essere felici e a vivere emozioni soltanto positive. E così si rischia la vulnerabilità degli alberi nel caso che l’unico rappresentante di albero fosse la palma. Vivere ansia, gelosia, rabbia significa sviluppare un repertorio di risposta psicologica molto più ricco rispetto a chi vive solo emozioni positive. Vi sono certe compagnie assicurative che prima di stipulare polizze sulla vita con eventuali clienti, non solo chiedono informazioni sul loro stato di salute, ma prendono informazioni sul bilancio di eventi positivi e negativi dell’ultimo anno. Vincere una lotteria, ricevere una promozione sul lavoro, innamorarsi di qualcuno/a, e venire premiato per qualche successo non costituisce un buon bilancio e si ritorna al rischio delle palme. In questi casi le compagnie assicurative vedono il potenziale cliente come troppo rischioso (per lo sviluppo di disturbi del comportamento) in quanto troppo fortunato. Genitori e insegnanti possono aiutare i giovani a diventare persone equilibrate evitando di promuovere soltanto le emozioni cosiddette positive e di inibire tutte quelle cosiddette negative. Così come non diremo a uno studente di non essere troppo felice per un voto bello a scuola perché tanto ne seguiranno di brutti, non diremo a uno che ha preso un voto brutto di non essere triste perché tanto ne seguiranno di buoni.

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