Per avere successo bisogna fissare degli obbiettivi, stabilire tappe, pianificare scadenze, puntare la meta senza distrazioni. Eppure, molti ricercatori pensano che questo sia un insegnamento errato che a volte funziona e spesso no. Prima di tutto, dicono, è facile sbagliare obbiettivo. L’errore più frequente sarebbe quello di scambiare quello che realmente vogliamo con quello che varie circostanze ci fanno ritenere essere ciò che vogliamo. Secondo, fin quando non raggiungiamo l’obbiettivo non possiamo dire se questo traguardo ci ha migliorato la vita. Spesso spendiamo molte energie dietro mete che a vent’ anni sembrano importanti ma che a trent’ anni non sono più ciò che vogliamo. Affidereste i programmi della vostra vita a un ventenne? Vivere in funzione di mete creerebbe una mentalità ‘ruota del criceto’, indurrebbe in certi casi a barare, essere egoisti, cercare scappatoie. Per esempio, quello che decide che fra sei mesi deve correre la maratona partendo da zero, spesso sbaglia la preparazione perché pensa solo alla meta. E quando l’obbiettivo non viene raggiunto, ad esempio correre la maratona, allora l’intero programma, spesso viene abbandonato. Inoltre, raggiungere la meta, come perdere chili facendo una dieta, spesso diventa uno stimolo per ‘mollare’ lo sforzo visto che oramai l’obbiettivo è stato raggiunto. Allora, cosa propongono questi ricercatori? Bisogna valorizzare molto di più il percorso da compiere che la meta da raggiungere. Vuoi salire in cima al Monte Bianco? Devi volerlo innanzitutto per la parte ‘salita’ con tutto ciò che questo significa e poi, ma solo poi, per la parte ‘cima’. Cosa vuoi fare in futuro? Voglio fare l’avvocato (risposta sbagliata). Voglio studiare legge (risposta corretta). E’ il percorso da compiere che deve essere la vera meta; in questo modo si può sempre cambiare direzione lungo il cammino, in base alle mille nuove realtà che sorgono, inclusa la progressiva scoperta di se stessi, senza dover dire che la meta è fallita. Studiando legge forse scopri che vuoi insegnare legge e che non sei proprio portato per fare l’avvocato. L’obbiettivo finale viene perfezionato man mano che uno ha scelto un percorso adatto.