Fino a pochi anni fa si pensava che lo sviluppo cerebrale delle persone avvenisse quasi completamente nei primi anni di vita. Studi recenti dimostrano che molte aree cerebrali si sviluppano per tutta l’adolescenza e anche dopo. Sappiamo anche che l’ambiente esterno ha un ruolo cruciale nello sviluppo del cervello. Per esempio, se nei primi mesi/anni di vita un bambino non è esposto a stimoli visivi e uditori le corrispondenti cellule del cervello non si sviluppano. Un bambino operato a tre anni per correggere una cataratta congenita recupera la funzione oculare perfettamente, ma non la corrispondente funzione cerebrale (dove le immagini vengono trattate) in quanto mai stimolata. Quindi, anche se il bambino ora vede un aereo che passa, potrebbe anche tentare di afferrarlo perché il senso della prospettiva (funzione cerebrale) non si è mai sviluppata. Una persona anziana che subisce la stessa operazione conserva la funzione cerebrale in quanto sviluppata quando non aveva ancora la cataratta. Ora sappiamo che certe zone del cervello come le zone prefrontali e parietali, responsabili delle funzioni connesse con il prendere decisioni, le inibizioni, la coscienza di se, il senso sociale e la pianificazione, continuano a svilupparsi per tutta l’adolescenza. Per lo sviluppo di queste regioni l’istruzione è essenziale e la sua mancanza priva i ragazzi non solo di conoscenze specifiche ma, ancora più importante, dello sviluppo di specifiche funzioni cerebrali. Come nel caso di bambini operati tardivamente di cataratta, queste funzioni non potranno essere recuperate. Un dato su cui riflettere: circa il 40% dei ragazzi del mondo non ha accesso all’ istruzione secondaria (dato Unicef). Questa stessa popolazione ha facilmente accesso a fumo, alcol, droghe e fa libero uso di almeno una di queste sostanze. Quindi, per mancata istruzione quasi la metà dei giovani del mondo è esposta a una triade di effetti negativi sulle funzioni cognitive: mancate conoscenze + danno irrecuperabile di specifiche aree cerebrali + fumo, alcol e droghe che vengono assunti per ignoranza dei loro effetti sul cervello.