La mia attività di pediatra mi porta a conoscere molti bambini e i loro genitori, spesso anche i nonni e occasionalmente i bisnonni. Non vi sono molti mestieri che permettono di conoscere persone imparentate che appartengono a diverse generazioni. In queste visite vedo il film di com’è cambiato negli ultimi ottant’anni circa, il modo di allevare i figli. Una volta i genitori non si preoccupavano di sviluppare l’autostima dei figli; non si sentivano chiamati a dare l’amore incondizionato. Invece, volevano figli ubbidienti, che non fossero viziati o egoisti; pochissimi baci e dichiarazioni di amore; parecchie punizioni incluse sculacciate (se andava bene, con la mano, altrimenti con la cintura). I genitori di oggi danno molti baci e affetto ai figli, anche perché un bambino amato a sua volta saprà amare il prossimo; criticano meno e lodano di più perché troppe critiche nuocciono allo sviluppo dell’autostima e favoriscono la depressione; puniscono pochissimo per non creare figli arrabbiati e violenti. Allora, questi bambini-ragazzi che visito oggi dovrebbero essere molto più sicuri, gentili e felici, e molto meno aggressivi e violenti dei loro genitori quando erano piccoli, e che spesso sono i bambini che visitavo 35 anni fa quando ho iniziato a fare il pediatra. Invece non è così. La violenza, l’aggressività, il bullismo non stanno diminuendo; la depressione neppure. Come alleviamo i figli cambia molto da una generazione all’altra, ma questi cambiamenti influiscono poco sul carattere dei bambini. Del resto, non deve stupire che la natura non si lasci guidare dalle mode, sebbene spesso buone, su come allevare i figli.
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