Sappiamo che la straordinaria capacità di apprendimento che caratterizza la specie umana è correlata ad un’infanzia particolarmente lunga. Paradossalmente, la quasi totale incapacità di badare a se stessi nei primi anni di vita è tappa indispensabile per una futura grande intelligenza, a cui segue capacità di innovazione/creazione e sopravvivenza. Solo ora gli antropologi cominciano a capire l’importanza che hanno i nonni nel garantire questa processo. Oltre ad essere molto importanti per assicurare la sopravvivenza dei bambini, passano a loro conoscenze e abitudini accumulate nell’arco di due generazioni. Lo sviluppo dell’arte, commercio, agricoltura, tecnologia ecc. avvenuto nelle ultime decine di migliaia di anni è in larga parte attribuibile ai due estremi della vita: un’infanzia prolungata + lavoro dei nonni. E’ superata la figura dell’uomo cacciatore e guerriero come unico artefice del progresso, mentre la donna in qualche modo gestisce il peso morto di piccoli e vecchi. Invece, bambini e nonni sono particolarmente adatti a ricevere e trasmettere informazioni e a preparare il futuro; gli adulti hanno il compito di pensare al presente, trovando cibo e casa e fornendo difesa contro malintenzionati. Il legame nonni bambini è un importante aspetto della trasmissione culturale, sia durante la vita delle singole persone che sui tempi dell’evoluzione umana, e dice che ogni fase della vita ha la sua importanza. Nelle donne la menopausa arriva verso la metà della vita e gli studiosi non si spiegano perché, a differenza di quasi ogni altra specie animale, la razza umana vive così a lungo dopo il limite per avere propri figli. La risposta pare chiara: la natura trova più conveniente che i bambini ci arrivino in due tranche, prima e dopo la menopausa.
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