Di solito, l’insegnante è una persona più vecchia dell’alunno e per questo ha avuto più occasioni/tempo per ‘prepararsi’. Nei primi anni i genitori insegnano ai loro bambini tutto: a dire ciao ciao con la manina, a passare dal pannolone al vasino, a parlare, scrivere, fare le prime addizioni e così avanti in una progressione sempre più difficile. Ma le cose stanno cambiando. Ora il 40% circa dei genitori impara come usare strumenti tecnologici (desktop, laptop, telefono touch ecc.) dai figli. Recentemente un ragazzo di dieci anni mi spiegava che per il computer suo padre era ‘una causa persa’, in quanto dopo solo un giorno dimenticava tutto quello che lui (figlio) gli aveva pazientemente spiegato. Una mamma mi spiegava che da quando sua figlia le ha ‘spiegato’ facebook, parla sempre con sua sorella e questo le serve per ‘scaricare’ i nervi; inoltre, facendo la parrucchiera, ora trova nuove acconciature su internet da proporre ai clienti. I modelli classici di chi insegna, e di chi impara, la cultura del momento e del luogo si stanno invertendo. In ambito tecnologico, i giovanissimi diventano ‘opinion leader’ perché hanno le conoscenze tecniche per usare i media digitali. Un ‘opinion leader’ e poi semplicemente una persona che, con molta autorevolezza e competenza, sa muoversi all’interno di un network. Che la ‘opinion’ che viene diffusa dal ‘leader’ sia un nuovo smalto per le unghie, oppure una nuova teoria sull’origine del universo, sarà lui/lei a deciderlo. In ogni caso bisogna riconoscere che questa inversione di tendenza educativa può modificare quelle che sono ruoli tradizionali della famiglia e della società. La questione non si ferma al mondo tecnologico. Per esempio, figli di famiglie con qualche difficoltà ad inserirsi in una certa comunità (per differenze culturali, linguistiche, economiche ecc.), ma che frequentano una scuola dove vanno tutti i bambini del posto, diventano con l’aiuto di strumenti tecnologici un veicolo che aiuta l’intera famiglia ad inserirsi nella comunità. Cioè, i bambini aiutano i genitori ad inserirsi nella nuova comunità, facendogli vedere sul display del telefono migliaia di foto al giorno di come le famiglie dei compagni vivono, mangiano, parlano, si divertono ecc. ecc.

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