Molti studi riferiscono che bambini che crescono in situazioni di stress sono ad aumentato rischio per disturbi dell’apprendimento e del comportamento. Da tempo si tenta quindi di individuare i più importanti fattori di stress nell’infanzia e di contrastarne gli effetti nocivi. Recentemente è nato un interesse per capire se tutti gli effetti dello stress in giovane età sono negativi per il futuro dei bambini, o se ve ne sono anche di positivi. In particolare, si vuole vedere se eventuali capacità, o abilità derivanti dal fatto di essere nati e cresciuti in ambienti ad alto rischio sono specifiche per quella situazione stressante, oppure sono qualità più generali che possono anche venire utili in altre situazioni sia pericolose che non. Le situazioni di aumentato stress sono molte e varie, ed una brevissima ed incompleta lista include: il vivere in posti pericolosi, l’esposizione ad agenti chimici ambientali, il vivere in case malsane, avere genitori assenti oppure violenti, il bullismo, il lavoro minorile. Molto dipende dall’età del bambino, se l’evento stressante è acuto o cronico, se isolato oppure accompagnato da altri fattori stressanti, se intenso o debole ecc. Uno dei problemi è che una situazione stressante è quasi per definizione anche fuori controllo, altrimenti verrebbe bloccata sul nascere. E’ proprio questo atteggiamento, da alcuni ritenuto iperprotettivo, che viene ora messo in dubbio. Si pensa che uno stress ‘guidato’ abbinato a dei bambini ‘guidati’ nella loro risposta allo stress, possa addirittura migliorare l’attenzione, la percezione, l’apprendimento, la memoria e la capacità a risolvere problemi.
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