Puntare col dito può sembrare un’azione piuttosto semplice. Si punta per indicare la strada a qualcuno, oppure per mostrare una cosa in mezzo a tante altre, o per indicare una macchia sulla camicia. Di solito l’azione si accompagna a delle parole di spiegazione. Bambini piccoli cominciano a puntare dopo i nove mesi di età, e quindi oltre un anno prima che dicano le frasi più semplici. Puntare vuole dire che due persone condividono la loro attenzione su qualcosa, e non semplicemente che guardano la cosa insieme. Condividere idee, scopi e desideri è alla base dei rapporti che formano una cultura. La razza umana è l’unica specie ad avere un livello cognitivo e sociale tale da sostenere le implicazioni che puntare col dito suppone. Puntare col dito serve a mappare ciò che abbiamo in comune e creare una comunione di intenti; questa tecnica va padroneggiata se vogliamo poi imparare a parlare di ciò che condividiamo. A volte, il gesto viene usato da chi vuol imporre la condivisione delle proprie idee; in questi casi, è sorprendente come persone di qualsiasi età o cultura riconoscano il significato minaccioso del dito puntato.
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