L’ARTE DI NON PARLARE CHIARO

L’ARTE DI NON PARLARE CHIARO

La spiegazione datami da uno studente sul perché un suo compagno prende sempre voti migliori di lui nelle interrogazioni orali fu: “lui ci sa proprio fare”.
Tempo fa ho visto un film dove ad un certo punto un tizio dice ad un commerciante: “bel negozio che hai …sarebbe davvero un peccato dovesse accadere qualcosa”. Naturalmente tutti capiscono la minaccia implicita. Sempre nel film, succede che uno viene fermato dalla polizia per essere passato col rosso. Il guidatore scende e mentre cerca il portafoglio dice: “forse potremmo sistemare la faccenda subito”. Nessun dubbio sul significato della frase. Se il guidatore avesse proposto direttamente soldi in cambio di poter andarsene, poteva andargli bene se il poliziotto era disonesto o malissimo (da semplice infrazione si passava a tentata corruzione) se era onesto. Dicendo quello che ha detto, la prima opzione rimaneva valida, e se invece il poliziotto era onesto, al massimo prendeva la multa, ma non poteva essere accusato di tentata corruzione. Il linguaggio non è solo un mezzo per trasmettere informazioni, o spiegare concetti difficili di matematica e fisica; serve anche per gestire le relazioni. Quando uno dice: “chissà se saresti così gentile da passarmi l’acqua?….Grande!” non è per nulla interessato a quanto l’altro è gentile, ne lo considera un eroe per aver passato l’acqua. Semplicemente vuole l’acqua senza apparire autoritario in quanto questo potrebbe complicare il loro rapporto. Due parenti o amici dicono: “passa l’acqua per favore…Grazie”.
I rapporti tra persone non sono sempre semplici da gestire col linguaggio diretto: Il capoufficio che vuole vendere un appartamento ad un suo dipendente, l’amico che non vuole più essere amico dell’amica ma vorrebbe fidanzarsi con lei, l’avvocato che vuole andare a cena col suo cliente. Saper parlare in modo semplice e chiaro è utile, ma saper parlare in modo poco chiaro e vago può essere un arte. Chiaro?
Chissà se “lui ci sa proprio fare” è un modo volutamente vago per mascherare il fatto che lui studia meno dell’amico, o è proprio la verità?

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