A 2-3 anni di età la maggior parte dei bambini riesce a chiedere un gelato, dire che non vuole fare la nanna, esprimere preferenze per una bambola o un trenino ma non riesce a capire che 4+2=6. Come mai questa predisposizione per il linguaggio e non per i numeri?
Due milioni di anni fa la produzione di utensili di pietra era molto primitiva, ma nell’arco dei successivi 1,5 milioni di anni è migliorata molto. Si è passato dalla creazione di semplici scaglie di pietra a produrre strumenti con bordi affilati (come asce sofisticate) per andare a caccia, tagliare piante e difendersi. Il salto tecnologico fu immenso e portò miglioramenti nell’alimentazione e quindi anche nello sviluppo fisico e cerebrale delle persone. Recenti studi sul cervello dell’uomo moderno, usando tecnologie raffinate, dimostrano che zone chiave del cervello umano, non attive quando uno è impegnato a ‘preparare’ una scaglia di pietra, diventano molto attive se uno fabbrica utensili più sofisticati e complessi. Il fatto importante è che queste zone chiave sono le stesse che si attivano nella ‘produzione’ del linguaggio. Si ritiene che fabbricare utensili complessi richieda un tipo di pensiero simile a quello utilizzato per formulare concetti da trasmettere verbalmente. Nell’economia delle cose si è sviluppata un’area del cervello che serve sia per ‘fabbricare cose’ che per parlare.
Queste scoperte hanno una utilità perché suggeriscono strategie nuove nel trattamento di certi difetti del linguaggio. Infatti, si sta esaminando se pianificare e costruire ‘strutture’ materiali progressivamente più complesse sia utile a superare questi difetti.
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