Sappiamo che i primi cinque anni di vita sono un periodo critico per lo sviluppo del bambino in termini di relazioni con gli altri, linguaggio, crescita fisica e cognitiva, manifestazione di talenti ecc. Durante questo periodo, spesso chiamato d’infanzia, i genitori si scambiano informazioni, interrogano pediatri e passano ore su internet per scoprire come riuscire a ‘dare di più’ ai loro piccoli. Non si lascia nulla di intentato perché il piccolo impari le lingue, scii a livello agonistico e suoni uno strumento.
Vi è un altro periodo della vita che è quasi altrettanto importante, ma purtroppo desta poco interesse. Non ha neppure un nome e non si sa bene quando inizi e quando finisca, ma avviene intorno ai venti e qualcosa anni. In questo periodo ci si aspetta che uno faccia il necessario per poter poi essere utile alla società e autosufficiente, si pretende che le relazioni sociali portino alla formazione di una famiglia da cui parte un nuovo ciclo di ‘sviluppo infantile’. In molti paesi se la nazione va difesa si chiede a coloro che sono in questo periodo della vita di ‘essere pronti’. Le decisioni prese, oppure non prese, in questo periodo condizioneranno il resto della nostra vita e anche il tipo di società in cui viviamo. Nonostante l’importanza di tutto ciò, spicca la solitudine in cui si trovano molti giovani adulti. Penso che si debba investire in progetti che aiutino lo ‘sviluppo dell’adulto’ esattamente come si fa per altri periodi della vita
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