Certi ragazzi che hanno facilità a studiare e ottenere buoni risultati scolastici mentre altri hanno facilità a trovare amici e hanno quello che gli psicologi chiamano ‘social skills’ o talenti sociali. Una variabile fortemente associata con buoni risultati accademici e talento sociale, è la qualità degli asili che questi ragazzi/e hanno frequentato da piccoli. Per qualità dell’asilo si intende la sensibilità, il calore umano, la competenza a insegnare della/o maestra/o, il livello di istruzione del direttore accademico, il numero di bambini per insegnante, il metodo di insegnamento e il programma seguito. Fin qui tutto abbastanza ovvio. Meno ovvio è che il metodo di insegnamento più efficace è quello rivolto a bambini divisi in gruppi grandi e piccoli per numero dove i bambini dei due gruppi scambiano le rispettive posizioni di tanto in tanto. I programmi più efficaci sono quelli dove si suscita l’interesse nei bambini su un certo argomento (geografico, climatico, biologico, storico) e poi gradualmente, e secondo procedure pre-stabilite, si introducono elementi di matematica, oppure aggettivi nuovi, per spiegare meglio il fenomeno interessante. Matematica e linguaggio diventavano strumenti necessari per capire meglio i fenomeni del mondo che oramai i bambini pretendono di scoprire. I gruppi grandi oppure piccoli diventano strumenti per trasmettere informazioni, conversare e imparare a socializzare. Si indaga ancora per capire perché è meglio avere gruppi di bambini di due grandezze. La conclusione è che la disposizione di bambini in classe secondo schemi che cambiano, associata al racconto di storie che hanno una base nella realtà quotidiana dove vengono progressivamente introdotti nuovi elementi matematici e linguistici, produce una combinazione molto positiva per il futuro accademico e sociale dei ragazzi.
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