Molti studiosi ritengono che vi sia un rapporto stretto tra emozioni positive, quali essere felici o allegri, e buona salute. Un grosso studio internazionale conferma questa tesi per i popoli occidentali ma non per quelli asiatici. A parità di condizioni quali età, sesso, condizioni socio economiche e malattie croniche, americani e europei adulti, giudicati essere allegri e sodisfatti, in base alle risposte date a 10 domande, avevano in genere valori normali di colesterolo e altri lipidi ematici (parametri noti essere correlati alla salute generale e in particolare quella cardio vascolare). Invece, adulti giapponesi considerati felici in base al test non traevano alcun beneficio in termini di valori di colesterolo e altri lipidi ematici. La spiegazione data dagli autori del lavoro, che include scienziati asiatici e occidentali, è che emozioni positive sono auspicate e incoraggiate nella cultura occidentale ma non necessariamente in quelle asiatiche; queste le considerano come sensazioni fugaci, che attraggono l’attenzione e creano distrazioni da cose più importanti. Questa conclusione dice due cose importanti. La prima è che la connessione tra emozioni positive e buona salute è mediata dalla cultura; la seconda è che l’effetto di questa mediazione culturale può essere misurata biologicamente in laboratorio. Per i ricercatori di questo studio il prossimo traguardo è capire se certi profili emotivi sono rapportati a specifici stati di salute; l’obiettivo finale è di creare una specie di mappa emozioni-cultura-salute che abbia applicazioni utili in posti di lavoro, scuole, ospedali e comunità varie.